Mercoledì 28 Aprile
È il giorno dello sciopero regionale e di quello nazionale di 4 ore della Fiom. Nella zona industriale di Melfi alla manifestazione partecipano circa 20.000 persone da tutta la regione e delegazioni dalle altre fabbriche Fiat e dalle altre aziende metalmeccaniche. Sono presenti anche delegazioni degli stabilimenti Fiat di Torino, Cassino, Termini Imerese, Arese, Termoli, Alfa di Pomigliano, Atessa, Avellino e, ancora, delegazioni di operai di Padova, Sulmona. Massa Carrara, Foggia, Bari e da tante altre parti d'Italia.
Dal palco della manifestazione intervengono il segretario della Fiom Giuseppe Cillis, il segretario della Cgil Regionale Giannino Romaniello e Gianni Rinaldini. Ma intervengono, anche, i rappresentati delle altre organizzazioni sindacali che partecipano allo sciopero.
Viene comunicato che alcuni delegati di un'altra sigla, che non aderisce allo sciopero, condividono la lotta dei lavoratori e invitano la propria organizzazione a riprendere una vera trattativa come è nella volontà della Fiom. Il segretario nazionale della Fiom esprime soddisfazione per la riuscita della manifestazione e per le aperture che sembrano intravedersi da parte dell'Azienda, tuttavia ogni decisione è rimandata all'assemblea delle Rsu dell'indomani mattina che dovrà decidere sull'eventuale trasformazione della forma di lotta fino a trattativa conclusa.
In serata la Fiat, attraverso Paolo Reubadengo e Giorgio Giva, dichiara ai Segretari Generali di categoria di essere disposta a riprendere la trattativa anche alla presenza della Fiom in presenza dello scioglimento dei presidi. La riunione cominciata alle 22,00 ha in realtà termine dopo pochi minuti quando la Fiat prende atto del permanere dei presidi così come è stato deciso dall'assemblea delle Rsu, in un incontro pomeridiano, subito dopo la manifestazione della mattina. La Fiom ritiene che ogni decisione debba essere assunta solo dai lavoratori e per questo rinvia la decisione del cambio della forma di lotta al giorno successivo, quando, alle 9.30, è convocata un'assemblea per assumerne la decisione e avviare una vera trattativa.
Gianni Rinaldini, segretario nazionale della Fiom, chiede tuttavia un negoziato senza pregiudiziali, un ruolo decisivo delle Rsu nella trattativa, un meccanismo che escluda accordi separati e nessun provvedimento disciplinare a carico dei lavoratori in lotta. Dello stesso avviso sono le strutture sindacali del territorio che per bocca del segretario della Fiom Basilicata dichiara "Faremo, insieme a tutti i lavoratori una valutazione di quanto deciso a Roma e solo allora, decideremo come continuare la nostra protesta" (dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 29 Aprile).
L'adesione allo sciopero, a livello nazionale, sfiora il 70 e in diverse città ci sono manifestazioni e presidi: 4 mila lavoratori in piazza a Brescia, 3 mila a Genova, mille a Monfalcone, 2 mila a Reggio Emilia, 1.500 a Modena, 5.000 a Bologna, davanti alla Magneti Marelli, e altrettanti a Firenze. Ma presidi sono organizzati un po' in tutta Italia.
Nel frattempo il giudice del Tribunale di Melfì emette sette ordinanze di sgombero dei presidi, tutte indirizzate alla Fiom, che impedirebbero l'accesso allo stabilimento della Fiat e delle aziende dell'Indotto