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Fiat 2006 - FIOM BASILICATA
Martedì 20 Aprile
I presidi dell'area industriale proseguono con sempre maggiori adesioni, determinando di fatto l'arresto di tutta la produzione nell'intero sito Fiat. Arrivano anche i primi gazebo per proteggersi dalla pioggia che imperversa da diversi giorni. Nel frattempo, sulla base delle sollecitazioni messe in atto dalla Cgil Basilicata, è convocato un incontro presso la Regione Basilicata, tra le organizzazioni sindacali, la Fiat e l'Assessore Regionale alle Attività Produttive con l'intento di precostituire le condizioni per l'avvio della trattativa sui punti che nel frattempo sono stati individuati dalle Rsu: miglioramento delle condizioni di lavoro, aumenti salariali, rispetto delle relazioni sindacali e superamento della doppia battuta.
Nessuna delle parti, tranne la Cgil e la Fiom (presenti con una delegazione di lavoratori), si presenta al tavolo regionale. Le altre organizzazioni sindacali motivano la loro assenza con il fatto di non accettare lo sciopero e i presidi che i lavoratori stanno effettuando nell'area industriale.
Contestualmente alla richiesta di convocazione di un incontro a Palazzo Chigi da parte del Segretario Generale della Cgil Guglielmo Epifani, il Deputato di Rifondazione Comunista, Niki Vendola, promuove un appello firmato da più di cento parlamentari, tra cui i Deputati e Senatori Lucani a partire da quelli del Collegio, Lettieri e Di Siena, a sostegno dell'avvio della trattativa. L'appello è firmato sia da deputati del Centro Sinistra sia del Centro Destra, mentre il Senatore Di Siena chiede alla Commissione Lavoro del Senato, di cui è membro, di avviare una indagine conoscitiva sulle condizioni lavorative alla Sata e nelle aziende dell'indotto.
Nel frattempo la Fiat, attraverso l'Assindustria locale, fa sapere di essere disponibile ad incontrare le organizzazioni sindacali, ma non la Fiom, che promuove i presidi insieme ai lavoratori in sciopero.
Nella giornata, oltre ad aumentare il numero di lavoratori che formano i presidi, aumentano anche le forze dell'ordine che nel frattempo si sono concentrate intorno all'area industriale e principalmente nei pressi del presidio "Barilla". Gli unici lavoratori a presentarsi e a recarsi a lavoro sono quelli dello stabilimento Barilla.
L'interruzione del lavoro nelle aziende dell'indotto provoca anche il fermo dello stabilimento di Termini Imerese e si arresta anche la produzione del Termodistruttore Fenice.
La solidarietà nei confronti dei lavoratori della Fiat e dell'indotto, è espressa da subito dai Sindaci di Lavello, Oppido Lucano, Rapolla e Bella (comune dal quale verrà la maggior parte della legna utilizzata nella notte per proteggersi dal freddo) che giungono nel corso della mattinata nell'area industriale per esprimere la loro diretta solidarietà.


 

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